Stampare la delega per la scuola.
Ordinare l’uniposca giallo su Amazon, senò restano solo quelli rossi e la rappresentante di classe si incazza.
Fare il check in online.
Rispondere alle varie chat di gruppo su Whatsapp. In ordine di frequenza: The Family, All Together, Menga’s Family, Club, A quanti figli siamo arrivate?! e ‘Ndo annamo al prossimo viaggio?
Leggere quel post salvato sull’ultima tecnologia per la diastasi addominale, che prima o poi magari mi convinco.
…
Ogni sera c’è una lista di cose del genere che smarco quando mi metto a letto. Mi vengono in mente durante il giorno e le trattengo lì mentre mi dedico a tutto il resto.
Sono per lo più task rapidi che richiedono al massimo mezzo neurone, il telefono o qualche muscolo di serie b.
Stampare. Comprare. Rispondere.
Giuro che ho letto di esseri umani normodotati che cucinano il sugo di notte.
A volte non si ha qualcosa di davvero urgente da fare ma si sacrifica il sonno semplicemente per guadagnare tempo, che si dovrebbe definire libero ma restiamo umili, è già tanto che sia solo tempo.
Ho scoperto che questa blasonata pratica masochista ha un nome tecnico.
Bed Revenge Procrastination.
Se pensavate di poterlo semplicemente chiamare Lo faccio stasera quando mi sbrago a letto perchè mò non c’ho tempo, mi dispiace deludervi ma è una roba seria con un nome difficile.
Dicono che possa avere effetti negativi significativi sulla salute mentale, fisica ed emotiva nell’immediato futuro.
Ma quel tempo incredibilmente silenzioso, sfocato ed intimo, è così appagante, nell’immediato presente.
Come una una camera doppia uso singola in hotel. Altro che orgasmo: non solo tempo ma anche spazio in esclusiva.
Sono stata a Skopje per il transnational meeting di un progetto ad inizio a Novembre, in una doppia uso singola, per 3 notti.
L’hotel era un “vorrei ma non posso” a conduzione familiare e la Macedonia del Nord, in generale, non è esattamente un carnevale di Rio, ma mi ha rigenerato più di un massaggio thailandese.
Ho letto, ho scritto, ho lavorato, ho cazzeggiato, ho mangiato snack sul letto con la maschera antirughe all’avocado.
Però non ho visto un cazzo.
La pioggia incessante, le strade buie e la scoperta che i ristoranti locali di sera sono un lusso per soli uomini hanno ucciso senza pietà l’entusiasmo da Lonely Planet che di solito scalpita in me e mi hanno fatto desistere da qualsiasi attività al di là della mia doppia uso singola.
Ed è stato strano.
Prima di prendere il volo per Skopje ho partecipato come speaker al Women Talk insieme ad Elisabetta Burei del Gruppo Mediobanca, Laura Morelli di Dealflower, ed Eleonora Rocca di WomenX Impact, che ringrazio ancora una volta per l’invito.
Poche ore prima di arrivare a Skopje parlavo di tecnologia, di nuove modalità di interazione nel settore finanziario, di intelligenza artificiale, empowerment femminile.
Poche ore dopo, invece, mi chiudevo dentro una stanza d’albergo in una città dove è normale che una donna stia dentro, e non fuori.
Pensando a Giulia, in questi giorni tristi, tra le tante cose ho ripensato anche quella sensazione “unconfortable” che ho provato a Skopje e che non ho saputo superare. Ho pensato a quanto lo stereotipo culturale riesca ad essere influente anche quando sei emancipata, privilegiata ed hai tutti gli strumenti per intercettarlo e reagire per disintegrarlo.
E ho pensato a quel bruciate tutto della sorella di Giulia, che è esattamente l’opposto di quello che sembra.
Non è un “ribellatevi”, è un “ascoltatevi”.
Non è un “fatevi valere”, è un “fatevi amare”.
Non è una spinta, è una carezza.
Quel bruciate tutto è un semplice passo in avanti, quello che non hanno saputo fare le istituzioni, quello che non ho saputo fare io a Skopje. È l’azione che viene dopo la rabbia, dopo il dolore e dopo le manifestazioni del 25 Novembre.
Infatti oggi è già 26 Novembre. Più che nei momenti giusti credo nelle motivazioni forti. E quelle non sono legate né al tempo né allo spazio.
E credo anche che per bruciare tutto, basti iniziare con un fiammifero.
Io ne ho messo alcuni, di fiammiferi, nella mia scatola da piccola fiammiferaia. Sono progetti, libri, percorsi che conosco personalmente o che vengono portati avanti da persone che stimo o di cui mi fido e che, di conseguenza, mi sento di poter condividere senza esitazione e senza interesse alcuno. Non ci guadagno nulla infatti, se non - ne sono sicura - un grazie da chi sceglierà di provarli o anche solo condividerli.
Donne al Quadrato di Global Thinking Foundation di Claudia Segre, un percorso di empowerment ed educazione finanziaria per donne vittime di violenza economica, per me la forma più meschina di violenza perché agisce sulla dipendenza, sulla privazione della libertà ed è spesso molto difficile da intercettare. Sono diventata una loro mentore volontaria circa due anni fa, ho messo a disposizione e competenze per la formazione e per gli sportelli d’ascolto.
Padri e Figlie, Allenarsi alla parità di genere. È il libro di Girolamo Grammatico, amico e collega. Lo ha scritto nel 2020, io l’ho scoperto e letto solo quest’anno. Un pugno allo stomaco che diventa una carezza al cuore. Per tutti i papà di oggi, e non solo di figlie femmine.
B.A.S.E.: percorso di Alfabetizzazione Emotiva e Sessuale per i bambini della scuola primaria che parla di consenso, di rifiuto, del corpo, della relazione con gli altri, della comunicazione rispettosa, del sesso. E lo fa attraverso gli albi illustrati, il teatro, l’argilla, i giochi di ruolo, coinvolgendo non solo i bambini ma anche i docenti e le famiglie. Si chiama B.A.S.E. ed è una proposta che vuole arrivare in tutte quelle scuole, illuminate, che vogliono provare a realizzare un’alternativa possibile. Il programma è pronto ed è disponibile per docenti e dirigenti scolastici di scuole primarie, ma anche per genitori che vogliano proporlo nella scuola dei propri figli. Scrivete ad Eleonora: eleonora@ciape.it
VIOLA WALK HOME: se non lo conoscete, prendete nota. Si tratta di un servizio di video accompagnamento 24/7 per il rientro a casa. L’associazione DonnexsStrada ha attivato anche i “punti viola”, ovvero locali aperti fino a tardi che si offrono come luoghi dove rifugiarsi in caso di pericolo.
Se avete un fiammifero da segnalare scrivetemi, vi aiuto a condividerli, per bruciare tutto, a modo nostro.
Le Cassandrate, come avrete capito, diventano un appuntamento mensile e non più settimanale. Cambia poco, c’è sempre tanta intimità e buona volontà.
Alla prossima!