“Cosa stai facendo oggi, mamma, per costruire un futuro migliore per i tuoi figli?”
Aprendo Facebook mi è comparso questo post, ma non sono riuscita ad intercettare chi l’ha scritto e dove, è andato subito giù, negli abissi della home. Ho provato a recuperarlo con un movimento di pollice compulsivo, ma niente. Desaparecido. Giusto il tempo di ispirare una Cassandrata.
“Oggi sto provando entusiasmo, per raccontarglielo poi, alle mie figlie”.
Sono ad Atene dove ho partecipato al meeting con i partner del progetto ADA che seguo ormai da diversi mesi. Scrivo questa newsletter dall’aeroporto in attesa del volo di ritorno, come da tabella di marcia - pianificare di smarcare task durante i tempi morti e farlo realmente mi da sempre un ridicolo brivido di soddisfazione.
Abbiamo ultimato il primo pilot del training rivolto a donne +30 che vogliono avviare un business in ambito digitale e abbiamo analizzato i feedback forniti dalle prime partecipanti selezionate per progettare il secondo pilot. Spoiler: parte a metà giugno e ci sono 20 posti disponibili. Per chi si intende di metodologia agile, praticamente abbiamo finito uno sprint per perfezionare lo sviluppo di quello successivo.
ADA non è un progetto semplice, è ambizioso e a volte offuscato. Ci sono degli output che prendono una deriva decisamente diversa da quello che c’è scritto nell’application, e i partner devono decidere se assecondare la deriva e cambiare rotta o seguire il faro - leggi “application” - e riportare la ciurma sulla terra ferma. Di solito, prevale quest’ultima, a meno che non entri in scena il peter pan dell’europrogettazione: l’entusiasmo. L’imprevisto se è entusiasmante vince sempre. Anche sull’application. Anche su Capitan Uncino.
Il meeting del secondo giorno - oggi - è finito prima del previsto.
Un altro imprevisto entusiasmante servito su un piatto d’argento. Ed è subito tzaziki - e greek salad.
Mi avvio verso l’Acropoli. Ho passato tutta la serata di ieri a guardarla, da giù. I partner greci che hanno ospitato il meeting hanno anche organizzato la social dinner, ieri sera appunto, in una taverna molto accogliente “vista Acropoli”. Sono stata tra i primi ad arrivare - per la cronaca, e anche per continuare la mia personalissima lotta agli stereotipi, i tedeschi sono arrivati per ultimi, sia al meeting che alla cena - così mi sono assicurata la seduta migliore, quella scomoda ma con vista completa. Tipo palla al centro, Italia tra Macedonia del Nord e Portogallo.
Abbiamo parlato del meteo - rompighiaccio intramontabile e internazionale - di Cassandra, Priamo e Apollo, di pane fatto in casa - non da me, ovviamente - di digital storytelling, di Berlusconi e del rimpianto bunga-bunga che, ahimè, fa ancora impazzire gli stranieri. E poi di Atene, Skopje, le 6000 - o anche di più secondo alcuni - isole greche, Porto, Amburgo, Roma, e anche di Open to Meraviglia - e sono stata un pò di cattiva rispetto a quanto ho scritto qualche settimana fa.
A proposito di Cassandra, Priamo e Apollo. Ho scoperto un dettaglio che non avevo mai letto prima da nessuna parte. Pare che Cassandra avesse un fratello gemello, maschio, di nome Eleno, profeta anche lui. A lui, però, gli credevano e nessuno gli ha inflitto una maledizione per non aver ricambiato la corte di un Dio. Strano.
Sempre a proposito di Cassandra, Priamo, Apollo e pure Eleno. Prima di partire ho acquistato e letto il nuovo saggio breve di Carolina Capria, si intitola “Dalla parte di Cassandra” e parla degli stereotipi di genere nel modo in assoluto più originale che abbia mai letto fino ad ora.
Perché stare dalla parte di Cassandra non è mai la scelta più semplice, siamo stati progettati per stare dalla parte di Apollo, un Dio innamorato, e non da quella di Cassandra, una mortale volubile (cit.)
La salita verso l’Acropoli non è un carnevale di Rio, soprattutto dopo lo tzatziki. Ma è la parte migliore, la più entusiasmante. Posso affermare, senza dubbio alcuno, che è al primo posto della lista, quella del titolo “acchiappa clic”.
Le 10 cose che… mi hanno entusiasmato in questi giorni:
come sopra;
Iniziare e finire un libro durante un volo è possibile, ma lo avevo dimenticato.
Scegliere senza rimpianti tra tzatziki e greek salad, invece, non è possibile. Non perdere tempo e prendili entrambi.
Il biglietto di un regalo è un’eccezionale esercizio di storytelling - oltre ad essere più importante del regalo stesso. Se poi siete fortunati come me, il taccuino dell’albergo può essere la ciliegina sulla torta.
Al meeting eravamo più donne che uomini e questa è una delle poche, pochissime volte che mi è successo. Sono stata abituata ad essere circondata da giacche e cravatte in quasi tutti i meeting della mia vita.
Comprare un dipinto da un artista che te ne regala un altro perché non riesci a scegliere - si lo so, ho un problema con le scelte tra due.
Parlare in inglese tutto il giorno.
Camminare senza meta, senza Google Maps, senza fretta e senza senso dell’orientamento, quello sconosciuto.
Finire questa newsletter in aeroporto con la batteria al 17% e senza adattatore - ho scoperto che ho un caricatore a 3 punte, che le prese qui sono tutte a 2 punte.
Guardare due turiste bionde, forse svedesi, con lo zaino pesante, i pensieri leggeri e le converse annodate alla cinghia, e sperare che, un giorno, anche le tue figlie abbiamo esattamente quell’entusiasmo.
Alla prossima settimana!
Tanti cuori dalla nostra “Celtic Night”!