L’ultima newsletter che ho scritto risale all’8 Settembre.
In questi - tanti - giorni ho avuto altre priorità. E sono abbastanza serena ad ammetterlo perché ne è valsa la pena.
Non è stato un problema di tempo. Ho iniziato tre newsletter diverse ma sono rimaste tutte in bozza.
Non è stata neanche una questione di mancanza di contenuti, ne avrei a iosa da condividere:
Ho partecipato al Summit All Digital internazionale a Zagabria a fine settembre e avrei da raccontare per ore sul workshop di ChatGpt per il settore della formazione o sulle nuove competenze digitali presentate nella nuova versione del DigiComp 2.2 del Joint Reserach Centre (JRC) della Commissione Europea. E sulla città, poi, piena di impalcature ovunque che sembrano raccontare una storia di rinascita.
Ho anche presentato il lancio dell’Academy di Ciape durante l’evento Erasmus Days 2023 lo scorso 12 Ottobre qui a Roma, a Spazio Europa. Ed è stato bellissimo.
Ieri mattina, invece, ho tenuto un webinar gratuito per UP Finance rivolto agli intermediari del credito per fare chiarezza sulle nuove restrizione Google in tema di pubblicità finanziaria e per spiegare la nuova procedura di verifica e autorizzazione in vigore dall’1 Novembre.
Queste, come anche altre, attività sono state impegnative e hanno richiesto diverse ore di preparazione e di lavoro. Ma lo avevo messo in conto, anche nel mio Calendar settimanale. Associo un colore ad ogni attività: in blu i task operativi, in giallo le call e le riunioni, in rosso gli appuntamenti extra lavorativi, in arancione Le Cassandrate.
Nel Calendar il tempo diventa spazio, da riempire o svuotare.
Gli imprevisti. Si mettono in conto anche quelli, con spazi bianchi da colorare all’occorrenza. E così ho fatto, solo che non c’erano spazi bianchi per Le Cassandrate che sono finite oltre la soglia della comune giornata lavorativa, in fondo, dopo le 22. Lo sapete, mi è già successo di scrivere la newsletter di sera, e non mi è mai dispiaciuto.
Eppure, non sempre se vuoi, puoi.
Questa volta non ho messo in conto la fatica, quella mentale ed emotiva. Di rimanere leggeri, di parlare di altro, di mandare avanti tutto.
La fatica mentale ed emotiva alla fine di una giornata che non è mai fatta - e direi per fortuna - solo di lavoro.
Ho iniziato ad inserire spazi rossi nel Calendar, uno dopo l’altro.
Spazi rossi dedicati ad Alice e Camilla che hanno dovuto affrontare la separazione l’una dall’altra, per la prima volta. Ed in uno contesto esterno, quello scolastico, spesso impenetrabile e difficile da interpretare.
Ho colto dei segnali, e ho accolto una richiesta di attenzione che non si poteva ignorare.
Ho ridotto al minimo i gialli, rimandato i blu meno urgenti e ho portato avanti gli impegni, le priorità, sacrificando l’arancione, sacrificando le Cassandrate.
Ma ne è valsa la pena. E pian piano va molto meglio, per Alice e Camilla e anche per me.
Ora posso scrivere questa newsletter ma non è scontato che riesca a finirla ed inviarla. Potrebbe chiamarmi la scuola per esempio, da un momento all’altro, per un’epidemia di pediculosi o per lo sciopero delle maestre.
Quest’incertezza costante è una realtà con cui devono fare i conti ogni giorno praticamente tutte le mamme lavoratrici nel nostro Paese, tanto che SAVE the children nel suo rapporto annuale sulla maternità ci chiama “le equilibriste”.
È anche una questione di molti papà, certo, ma in una percentuale, purtroppo, nettamente inferiore, perché l’Italia è un Paese che si fonda ancora sul modello di welfare mediterraneo che delega oltre il 75% del lavoro di cura alle donne (dati Eurostat).
Aggiungiamoci poi la questione del Gender Pay Gap.
In Europa il divario salariale si attesta attorno al 13% mentre in Italia arriva al 24,4% per i dipendenti del settore privato e addirittura al 45% tra i professionisti autonomi. Una follia.
E quindi, cosa succede?
Succede una donna due 5, in Italia, quando diventa madre, lascia il lavoro perché non ha scelta:
- Il marito/compagno guadagna di più,
- il mercato del lavoro è tra i più rigidi d’Europa con il 76% dei datori di lavoro che non concedono orari flessibili
- se non ha una rete parentale di supporto, quando il figlio c’ha i pidocchi deve restare a casa a schiacciare lendini.
Questi sono numeri, sono dati. Sono FATTI, di ordinaria quotidianità - e follia, aggiungerei.
Bisogna sfilare via i fatti dalla realtà. Quello che resta è Storytelling.
Alessandro Baricco
Dato che domani sarò a Bari per lo Storytelling Festival, sfiliamo via questi fatti che vi ho presentato, e vi racconto una STORIA, reale.
Vi racconto, finalmente, la storia della mia buona seconda volta. (si, ho firmato!)
Il 7 maggio 2022 , circa un anno e mezzo fa, sento una dichiarazione. di una celebre stilista, che in un convegno sulla moda, parlando della sua figura di imprenditrice donna di successo, dice questa frase:
“Le donne le assumo dopo gli anta: hanno già fatto tutti i giri di boa, sono al mio fianco e lavorano h24”.
Queste parole mi hanno ferita, mi hanno indignata, e come me tante altre donne, madri e lavoratrici, tanto che ne è nata una campagna che poi è diventata un libro, Senza giri di boa.
Ma queste parole mi hanno anche ispirata.
Ho pensato al mio lavoro nella comunicazione online, così svincolato da tempi, orari e da luoghi fisici.
E mi sono sentita una privilegiata, semplicemente perché posso continuare a lavorare pur essendo mamma, riorganizzando il mio calendario a colori.
Ho pensato anche che come me, e con me, lavorano altre mamme e che anche loro, nel settore digitale, riescono ad andare a prendere i figli a scuola se succede qualcosa senza rischiare di essere licenziata.
Ho pensato che le mamme sviluppano inconsciamente delle competenze trasversali che sono tremendamente utili nell’ambito della comunicazione online. Sono competenze emotive, intuitive, viscerali, come multitasking, intelligenza emotiva, pensiero critico, pensiero creativo.
Però non lo sanno, non ne sono consapevoli.
Non sono consapevoli del loro potenziale e neanche dell’urgente richiesta di figure con competenze digitali e trasversali nel mondo del lavoro, in particolare quello delle piccole e medie imprese.
E allora ho pensato che questi due mondi, quello delle mamme che cercano, e meritano, il cosiddetto “work-life balance” e quello delle imprese in cerca, invece, di figure di supporto per la comunicazione online e la digitalizzazione, dovevano incontrarsi.
Da questa STORIA è nata un’IDEA che è diventata un PROGETTO EUROPEO, che è stato approvato e che sta per partire.
Si chiama MAV, coinvolge tre Paesi Europei (Italia, Spagna e Belgio) ed è un progetto finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Erasmus+, rivolto proprio a neo mamme che hanno perso/lasciato il lavoro a seguito della maternità o che sono in procinto di farlo. Insieme a partner esperti in formazione, comunicazione digitale, empowerment femminile e imprenditorialità realizzeremo un percorso di formazione pilota interamente online molto particolare: partiamo dalla valorizzazione delle competenze trasversali innate della maternità per imparare ad applicarle strategicamente nell’ambito della comunicazione online e, in particolare, nella definizione di una nuova professione in ascesa, quella dell’Assistente Virtuale.
Ho scritto e presentato questo progetto la prima volta un anno fa, ma è andata male. 86 punti su 100 e un pò di cose da rivedere.
L’ho ripresentato a Marzo di quest’anno, completamente stravolto, e questa volta è andata bene. 99 su 100.
Iniziamo a Novembre. E non ci sarà solo formazione, ma anche viaggi, attività di sensibilizzazione, eventi di networking, viaggi all’estero, scambio di buone prassi, coaching per mamme e anche per i papà.
A presto, promesso.
p.s. Se vuoi saperne di più sul progetto MAV in partenza, scrivimi: cassandra@leader-digital.com
p.p.s. Terrò un corso di Social Media Strategy per Non-Profit per Ciape Academy, un corso “esperienza” di 10 ore, a Roma. Scrivimi se ti interessa: cassandra@ciape.it
p.p.p.s. Se ci sarai allo Storytelling festival domani a Bari, prendiamoci un caffè. O un panino mortadella e provolone da Nino!