Ho gusti musicali indiscutibili. Nel senso che è proprio meglio non discuterne perché non so neanche distinguere i generi musicali.
Alexa mi odia, Spotify pure. E credo che mio marito e le mie figlie saranno i prossimi.
Sono tornata dalla Puglia qualche giorno fa. Per chi si fosse perso il passaggio, è la puntata della scorsa settimana - ringrazio Federica di Parole Sparse che in un commento ha condiviso due tips niente male per golosi e romantici che hanno in programma un salto in Salento.
Dicevo, nel viaggio di ritorno, ho guidato io nell’ultimo tragitto, un paio d’ore circa. Chi guida, comanda. Chi guida, sceglie la musica.
Mio marito è un purista della musica, una specie di fomentato integralista. Playlist suddivise per genere musicale, artista o mood. Gli algoritmi con lui hanno vita facile e brindano felici ad ogni nuovo “aggiunto ai preferiti”.
Le mie playlist, invece, sono un’accozzaglia informe, una roba da psicopatici. In auto, durante il viaggio di ritorno, ho scelto la playlist che ho intitolato Pazzesca. I primi 5 titoli sono:
- Mon Amour
- Serenata Rap
- La Vida Es Un Carnaval
- A Sky Full of Stars
- Propaganda
Mio marito al primo accenno della Cruz non ha retto e si è infilato gli airpods.
Ad un certo punto è addirittura partita La Danza della Spiaggia di Carolina e Topo Tip. La baldoria. Ho guidato e cantato a scuarciagola fino a Roma.
Le canzoni sono un corso accelerato di comunicazione efficace.
I testi delle canzoni, senza la musica.
Ne ho parlato mercoledì, al corso di digital storytelling che ho tenuto per un piccolo gruppo di ragazzi che partecipano ad un progetto europeo legato agli 11 Youth Goals.
Non gli ho fatto ascoltare Pazzesca.
Abbiamo fatto, però, un bell’esercizio di story-finding cercando storie di parità di genere, inclusione, salute mentale e altri obiettivi EU, proprio tra i testi delle canzoni.
Io, da millenial con gusti musicali schizofrenici, gli ho proposto la magistrale reinterpretazione di Ti Pretendo di Raf condivisa da Carolina Capria.
Loro, della Gen Z, mi hanno fatto scoprire canzoni che ovviamente non conoscevo - e che ovviamente ho aggiunto a Pazzesca. E si sono raccontati.
Ci sono riuscita.
Abbiamo fatto storytelling, in tempo reale, nella meeting room di un coworking. Dietro la scelta di ogni canzone, ognuno di loro ha trovato la sua storia. Il ricordo di un viaggio, di un momento delicato della propria vita, di una scelta. È stato bello.
Luglio è un inizio.
Credo che lo rifarò. L’esercizio di story-finding tramite le canzoni, intendo. Magari mi faccio aiutare dal coniuge fondamentalista per la selezione dei brani.
Magari lo inserisco anche in FormAzione, chissà.
A proposito, ci sto lavorando. Ma c’è una notizia: dopo il primo annuncio fatto in questa puntata, mi ha contatto il responsabile commerciale di un’azienda, sempre del settore finanziario, per chiedermi informazioni. Conosco il brand ma non abbiamo mai lavorato insieme, non mi aveva mai contattato prima per un preventivo di lead generation, non credo di averlo neanche mai incontrato per caso durante qualche evento di settore. Lui, invece, conosce me. Ha seguito tutto il mio percorso con Up Finance e mi ha spiegato il motivo per il quale non mi ha mai contattato prima, neanche per avere informazioni.
Quel motivo è lo stesso per cui io oggi sto strutturando FormAzione: il grado di complessità del digital marketing è schizzato alle stelle e affidarlo interamente ad una competenza esterna, anche se eccellente, non basta più. Serve anche l’esperienza interna, quella del team, che va allenata per comprendere i nuovi bisogni più profondi dei clienti. Il marketing non esiste senza questa abilità e la stessa lead generation non funziona - più - senza queste abilità.
FormAzione non è una consulenza. È un metodo. È quello che lui stava cercando per il suo team, per la sua azienda.
Quindi ora ne restano due di posti (cassandra@leader-digital.com).
Ora. A Luglio. Non a Settembre.
La maggior parte delle persone non vede Luglio come un inizio.
Gennaio è un inizio.
Settembre è un inizio.
Il lunedì è un inizio.
Ma Luglio no.
Eppure Luglio è l’inizio del secondo semestre. Il periodo che va da Luglio a Dicembre determina l’andamento del prossimo anno. I cambiamenti, quelli che devono impattare sul prossimo anno, tocca farli ora. A Luglio. Non a Settembre.
Luglio è un inizio. Altrimenti restavo al mare, in Puglia, e risparmiavo Pazzesca a mio marito.
Alla prossima!
p.s. Per gli appassionati delle puntate precedenti: Eolo, alias mio padre, aveva ragione. La pioggia, è arrivata puntuale, dopo qualche ora.
p.p.s. Comunicazione di servizio: gli idraulici non lavorano a Luglio. Per loro Luglio è già fine. Ne ho contattati 4, tutti in ferie. Si accettano candidature spontanee.